La Regola, vini toscani naturali e bio nati dall’incontro di natura, territorio e arte. ITALIAATAVOLA.NET
«Facciamo il vino, come lo faceva il mi’ nonno»: in perfetto toscano Flavio Nuti riassume lo spirito che anima La Regola, azienda vitivinicola toscana in quel di Riparpella
nelle terre del Carducci, nata nel 1990 con le prime bottiglie sul mercato nel 1997. 20 ettari tutti bio, 100mila bottiglie prodotte, gran parte delle quali – l’80% circa – vendute nelle provincie di Pisa e Livorno.
Vini fedeli al territorio, adesso alla ricerca di mercati più ampi soprattutto all’estero. A Milano, al Tartufotto, la degustazione di alcune bottiglie di punta a partire dalle sorprendenti bollicine toscane, a base di Gros Manseng, che racchiudono tutto il calore e il colore del mare.
Le prime vigne dell’azienda dei fratelli Flavio e Luca Nuti si trovano infatti a 5 chilometri dal Tirreno per risalire – da 50 a 150 metri – lungo la valle del fiume Cecina fino a Riparbella, dove è stata costruita la nuova moderna cantina dal costo di oltre 3 milioni di euro. Una struttura ecosostenibile, inserita in luogo unico fra secolari querce di sughero, sintesi di arte, tradizione e modernità.
Vitigni principalmente di Cabernet, Merlot, Syrah, Petit Verdot e Sangiovese per i rossi; Vermentino, Sauvignon Blanc, Chardonnay e Viogner per i bianchi. Un eccellente Lauro, bianco e di grande personalità ha stupito per sapidità e ricchezza di aromi in grado di reggere nel tempo. E che dire dei rossi? I tre degustati, grandi cru, nascono da «un terreno sciolto e drenante, costituito prevalentemente da sabbie plioceniche ricche di fossili e conchiglie, con una percentuale di argilla, una stratificazione di rocce e minerali – ha ricordato Flavio Nuti – terreni ricchi di ferro con esposizione dei filari di vite a sud est, condizione che favorisce la maturazione ottimale delle uve».
Vini premiati, con un buon rapporto qualità prezzo: dai 20 euro per i bianchi fino ai 90-100 per lo Strido, 18 mesi in barrique nuove di rovere francese. Ottimi anche La Regola e Il Vallino Igt, di buona struttura e notevole persistenza. I due fratelli Nuti – Flavio fa l’avvocato mentre Luca si dedica alla parte commerciale – ricordano anche che da «territorio, natura e uomini nascono le regole dell’azienda; mancava però l’aspetto spirituale che ne completasse la percezione, ovvero l’arte. Così la nuova cantina attraverso le opere del maestro Stefano Tonelli ha assunto anche una funzione di incubatore culturale per esprimere e comunicare i vari aspetti artistici dell’essere umano». Perché anche fare un buon vino, assieme al cibo e al paesaggio, è un’arte, e che arte!